Quando è l’immigrato la notizia

Un paio d’anni fa insieme ad altre persone avevamo organizzato a Udine un convegno intitolato “Quando lo straniero fa notizia”. L’obiettivo era esporre il maltrattamento sistematico che i mass media (stampa nazionale e locale, telegiornali di ogni tipo) operano da anni attorno alla realtà degli stranieri e al fenomeno dell’immigrazione. Qualche tempo dopo, da Roma era partito un appello ai giornalisti perché osservassero alcune regole di basico normale giornalismo trovandosi di fronte una notizia con protagonista un immigrato. Dai molti episodi degli ultimi tempi vediamo che nulla è cambiato, o forse sì: la situazione è peggiorata. Se una donna romena viene investita mentre attraversa con il suo bambino sulle strisce pedonali e finisce in fin di vita nessun giornale ne parla. Per conoscere la notizia si deve attendere la lettera ai giornali di un testimone (è accaduto a Roma, vedi qui). Se l’investimento è compiuto da uno straniero che non è nè svedese nè canadese i titoli scoppiano di fervore criminalistico: “pirata della strada” unito a sottolineature sull’origine del guidatore, sul suo status (ha i documenti in regola?), con mille dettagli per lo più frutto del sentito dire sulla sua condizione di “immigrato”.

Tra ieri e oggi mi sono capitati sott’occhio due esempi di informazione di questo tipo. Uno è l’articolo del Corriere della sera sull’arresto di Azouz Marzouk, firmato da Marco Imarisio, intitolato “Dai tronisti ai vecchi guai: ascesa e declino di un superstite”, vedi qui. Sorvolo sul cattivo gusto del titolo e sul tono paternalistico (mi ha fatto venire in mente gli scritti dei “colonialisti illuminati” citati da Edward Said nel suo “Orientalismo”) dell’articolo e vado al punto. Nell’articolo si racconta della vita presuntamente condotta da Marzouk nei mesi scorsi, ma non si capisce da dove l’articolista tragga le sue informazioni. Era presente nei locali di cui parla con dovizia di particolari? Riporta verbali della polizia? Sono racconti di persone presenti, quindi testimoni? Nulla viene detto al proposito. Lo scrivo io e va bene così. E’ il Corriere della sera.

Altro esempio, da La Stampa. L’articolo si intitola “Carica a cavallo contro i pusher di Toxic Park” (vedi qui). Anche qui sorvoliamo sul gusto e sul tono e guardiamo ai fatti o quello che ci viene presentato come tali. “Il boss non è più il gigantesco nigeriano «Tyson», ma un gaboniano smilzo, dall’aria torva, circondato da una squadra di body guards che non lo perdono di vista un attimo. E’ lui che controlla i depositi di eroina white e di cocaina, nascosti nella macchia; divide i settori tra i suoi gregari e controlla il flusso di droghe”, così scrive l’articolista. Da dove trae queste informazioni? Mistero. Non dice se dalla polizia, oppure da un consumatore, da uno spacciatore pentito o da un passante. Nulla. E’ così perché lo scrivo io. Su La Stampa.

Mi chiedo, ma è una domanda retorica: la stessa leggerezza nel trattare l’informazione viene praticata anche quando i protagonisti delle notizie sono italianissimi? Per come vanno le cose, purtroppo capita anche con protagonisti non immigrati, ma è ormai certo che i freni sono completamente allentati quando si parla di stranieri, di extracomunitari, di clandestini e di chissà quali altri definizioni andranno ad inventare per chiamare quelli che non hanno diritto di parola.

 

2 thoughts on “Quando è l’immigrato la notizia

  1. Io vivo all’estero da più di due lustri ed ho potuto osservare un abbruttimento di stampa e televisione sempre maggiore. I giornali che una volta erano quasi serî (e ci metterei il corriere) sono diventati dei raccoglitori di notizie-immondizia, non c’è articolo che riporti le fonti, i titoli sono faziosi, la scelta degli argomenti è aberrante. Confronto le prime pagine di quotidiani e settimanali esteri blasonati (io vivo in Germania: FAZ, Süddeutsche, Die Zeit, Der Spiegel e così via) con quelle dei “grandi nomi” della stampa italiana e mi vengono i brividi. Non è possibile che sia un caso, non è possibile che sia solo dilettantismo, questo è rincoglionimento doloso del lettore bello e buono, nel migliore dei casi. Nel caso speciale della problematica “stranieri” è becera propaganda che segue interessi politici (o mafiosi? È quasi lo stesso). Il corriere è arrivato a pubblicare questa roba (non mi viene altra definizione civile) e nessuno protesta. Per non parlare del livello dell’offerta televisiva. Eppure ci deve essere un modo per risvegliare l’Italia da questo incubo…

  2. E’ una questione sulla quale mi arrovello da tempo e non riesco a trovare una risposta univoca. Due settimane fa ero a Padova, in una bar leggo l’edizione locale de Il Gazzettino: quasi in ogni pagina c’era la parola “immigrati”, la maggior parte delle notizie non avevano per protagonisti immigrati ma altri – sindaci, politici, imprenditori ecc – che ne parlano. Male, ovviamente. E’ come se la pancia della società parlasse ruttando fuori il suo malessere e non volendo conoscerlo, conoscerne le cause intrinseche, preferisse dar la colpa a qualcun altro. A chi? Ovviamente al più sfigato, quello che non può difendersi.

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