Da mesi ormai ricevo nella casella di posta elettronica notizie di tagli, licenziamenti, prepensionamenti, drastiche riorganizzazione di molte testate giornalistiche italiane. La crisi della carta stampata, e di buon parte dell’informazione tradizionale, è seria. L’Assostampa diffonde allarmanti comunicati dei comitati di redazione che probabilmente poca attenzione ricevono dai lettori di quegli stessi giornali. Eppure queste sono notizie gravi, in un’Italia già angustiata da poteri economici e politici cafoni e improvvisazione dilagante. Merita particolare attenzione il comunicato del comitato di redazione della Gazzetta dello Sport sulla vendita della storica sede del Corriere della Sera, giornale dello stesso gruppo editoriale. Verrebbe da commentare, “ci voleva una testata sportiva per dire le cose chiaramente!”.
L’assemblea dei giornalisti della Gazzetta dello Sport ha deciso due giorni di sciopero, per impedire uscita oggi e domani, contro quella che viene definita la “svendita” della sede del gruppo. È quanto si apprende dai giornalisti del quotidiano. Questo il documento, durissimo nella forma e nella sostanza, con il quale il CdR del quotidiano “spiega” lo sciopero:
Oggi e Domani la Gazzetta dello Sport non sarà in edicola e il suo sito dalla mezzanotte di mercoledì è aggiornato. La redazione ha deciso di scioperare di fronte all’ennesimo episodio di mala gestione da parte della proprietà e del management dell’azienda.
Ci voleva il ritorno della Fiat come azionista di maggioranza del gruppo Rcs per assistere allo scempio della “svendita” del palazzo storico di via Solferino e di quello di via San Marco a Milano, deliberata mercoledì dal consiglio di amministrazione e comunicata in tardissima ora sperando non facesse troppo rumore. Un’operazione da 120 milioni di euro, a fronte di una ristrutturazione recente costata 80 milioni e un affitto da versare agli acquirenti che rende alla fine la plusvalenza quasi nulla.
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