Alcuni giorni fa sono saltato sulla sedia leggendo un piccolo articolo di Repubblica.it che trasudava bugia fin dal titolo: ‘Il lavoro Usa centra le attese: creati 223mila posti ad aprile’. Da espatriato o emigrato che dir si voglia, anche se i termini non sono equivalenti, mi piace tenermi informato su quello che succede nel paese che mi ha cresciuto e aiutato a diventare quello che sono. Spesso, però, leggendo le notizie da una prospettiva rifratta dalla distanza, ne traggo sensazioni discordanti.In questo caso, non ho potuto fare a meno di pensare all’articolista che ha compilato l’articolo e possibilmente scritto anche il titolo. Si è chiesto cosa significa “posto di lavoro” oggi negli USA e in altri paesi di capitalismo rampante come la Gran Bretagna? Si è chiesto il significato di ‘lavoro’ in una società di quel tipo? Che messaggio vuole trasmettere (beh, questo è piuttosto esplicito e Hollywood non potrebbe far di meglio, di questi tempi)?
Se si fosse posto queste domande forse non avrebbe scritto quel titolo e avrebbe mantenuto un tono più cauto scrivendolo. Qualcuno dirà: è Repubblica, mica il Manifesto. Io risponderei: hai ragione, ma le notizie sono notizie e una delle regole basi del giornalismo è cercare di capirle e spiegarle, poi possono cambiare le prospettive, il taglio ecc. Questo articolo non solo non spiega nulla, ma crea più confusione di quella che la notizia stessa, diffusa dal Dipartimento di Stato USA, ambisce a creare. Continua a leggere