Africa incontra Irlanda, Manchester United permettendo

Ho visto la finale della Coppa d’Africa nel pub dello stadio dei Bohemians FC, il Dalymount Park. Il Dalymount Park è lo stadio per il calcio più vecchio d’Irlanda, è stato inaugurato nel 1901. Come la squadra che vi gioca, è di proprietà dei membri del club e rispecchia l’identità urbana della zona nord di Dublino, storicamente connotata come ‘working class’. L’invito ad assistere la partita in questo luogo significativo è partito da un gruppo di giovani supporters dei Bohemians, che hanno coinvolto alcune realtà come Integrating Ireland e Sport Against Racism (Sari) con l’intento di attrarre le comunità di origine africana che vivono a Dublino. L’amico Ken di Sari mi ha girato l’invito ed eccomi qua. Sono arrivato presto, l’inizio della partita era prevista per le 4 e alle 3 e un quarto la solida SpartaBike mi aveva già condotto ai piedi dello stadio, dove si trova il pub, incastrato sotto i piloni che sostengono le vetuste gradinate. Il freddo rigido misto all’umido tagliente avevano reso il tragitto in bici un po’ affannoso. Tepore! urlavano le mie membra. Continua a leggere

Calcio e razzismo in Italia

L’Italia e il problema del razzismo nel calcio, questo è il titolo di un servizio realizzato negli scorsi giorni dal servizio radiofonico di BBC World. Partendo dal caso Balotelli, l’inviata compie un breve ma denso itinerario tra alcune storie che segnano lo sport più popolare della penisola. Dopo aver sentito la sorella acquisita di Mario Balotelli, Cristina, che sottolinea quanto sia difficile per un ragazzo della sua età reggere la tensione dei cori razzisti negli stadi, viene segnalata la storia positiva del Nuova Casteltodino, una squadra di calcio dilettantistica che recentemente si è ritirata durante una partita per reagire agli insulti razzisti rivolti a un suo calciatore nero. Tra le altre cose, viene sollevata la bassa sensibilità delle grandi squadre rispetto al problema, solo tre club di serie A hanno avviato un programma contro il razzismo. Nell’insieme il servizio offre un quadro equilibrato, ne esce una realtà difficile ma con spazi di apertura e iniziative positive. E mi pare apprezzabile che diversi intervistati si siano espressi fluidamente in inglese, dimostrando come il paese reale sia più avanti dei beoti che lo governano. Ah, contattati per un’intervista, quelli della Federazione Italiana Giuoco Calcio non sono riusciti a trovare nessuno che rispondesse alle domande della giornalista. Le hanno mandato degli opuscoli e delle informazioni scritte. Complimenti. Il servizio (mi scuso per chi non è agile in inglese) si può ascoltare QUI.

p.s. non ho capito di cosa si occupa questo blog, e soprattutto dove punta lo sguardo. Si passa da notizie di quotidianità irlandese al razzismo nello sport a varie latitudini, dall’uso della bicicletta in città a vecchi gruppi punk. L’autore è un po’ schizofrenico. O semplicemente inquieto.